1 luglio 2010

Tutti i colori della Norvegia

L'Ambasciatore d'Italia in Norvegia, Antonio Bandini

TUTTI I COLORI DELLA NORVEGIA
Una terra ricca di luoghi incredibili in cui la natura si offre in modo spettacolare. Non è un caso che per gran parte dell’anno la Norvegia sia una meta ambita per viaggi e vacanze. L’ambasciatore italiano a Oslo Antonio Bandini, svela i segreti di una terra avvolta dalle leggende
di Niccolò Mulas Marcello

Mete Grand Tour, giugno 2010
Un Paese affascinante, misterioso, attraversato prevalentemente da montagne che si gettano nel mare dove le frastagliate insenature dei fiordi creano spettacolari paesaggi unici al mondo. La Norvegia è un luogo dalla natura aspra e selvaggia che costituisce veramente il confine d’Europa. La storia italiana incontrò quella norvegese quando nel 1432 il mercante veneziano Piero Querini nel costeggiare il Portogallo venne spinto dal mare burrascoso alle isole Lofoten.
Da allora la maggior parte dello stoccafisso prodotto nelle isole norvegesi è esportato proprio in Italia. «L’identità e la storia della Norvegia – spiega il neo ambasciatore Antonio Bandini – sono fortemente legate al mare, che è anche la via preferenziale per lo scambio interculturale».

Il suo incarico di ambasciatore a Oslo è partito da poco. Qual è stato il primo impatto con la città?
«Quello climatico: la sera del 3 maggio splendeva il sole (fino alle undici!) ma la mattina del 4 l’aria era piena di fiocchi bianchi.
Mia moglie e io pensavamo che fosse polline, invece era neve. Oslo ci è apparsa subito gradevole e accogliente, pulitissima, silenziosa e piena di fiori dovunque. Ben poche le automobili, il traffico ricorda il nostro di mezzo secolo fa. Ma naturalmente il motivo è che ci sono mezzi pubblici efficienti, tante biciclette e una polizia del traffico che non perdona. E poi la gente è molto garbata e accogliente, dà quasi l’impressione di esserti grata per esserli venuti a trovare quassù, ai limiti delle civiltà e dei ghiacci eterni. Ma basta un po’ di sole e Oslo si trasforma: le strade si riempiono di gente, la baia di barche a vela e i bar all’aperto diventano sovraffollati. Infine una gradita scoperta: l’acqua nel bellissimo fiordo è molto più calda di quanto si possa pensare e una bella nuotata nordica è a portata anche di freddolose sensibilità mediterranee».

Che idea si è fatto della cultura norvegese?
«L’identità e la storia della Norvegia sono fortemente legate al mare, che non solo è sempre stato una fonte inesauribile di approvvigionamento e di trasporto di mercanzie, ma anche la via preferenziale per lo scambio interculturale con il mondo esterno che ha plasmato l’immagine della nazione scandinava sia all’interno che all’estero. I norvegesi vivono da sempre quasi in osmosi con la natura, con la quale hanno un rapporto profondo che traspare nella loro produzione letteraria e artistica. I norvegesi amano essere il più possibile vicini alla natura e sono uno dei popoli europei dove, forse proprio per contrastare i condizionamenti climatici inevitabili per chi si trova a oltre 60° nord, praticare attività sportive e ricreative all’aperto è un vero stile di vita».

Quali sono i luoghi storici più interessanti che ha scoperto visitando la Norvegia?
«A Trondheim, nella Norvegia centrale, la Cattedrale di Nidaros, una delle più belle chiese in stile romano-gotico della Scandinavia, la cui realizzazione, iniziata intorno al 1070, fu terminata intorno al 1320. Del complesso della Cattedrale fanno parte anche il palazzo arcivescovile e la cripta dove sono esposti i tesori della Corona Norvegese. A Bergen, la maggiore e più importante città norvegese nel Medioevo, c’è l’antico quartiere anseatico di Bryggen. Considerata la “capitale dei fiordi”, Bergen ebbe una grande importanza dal Duecento e nei secoli successivi per la sua appartenenza alla Lega anseatica e dal suo porto veniva esportato in tutta Europa lo stoccafisso che arrivava dalle isole Lofoten. Gli antichi edifici in legno, che ospitavano le case dei mercanti e i magazzini per le merci, sono ora nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. E nella stessa lista si trovano le antiche incisioni rupestri di Alta, nella Norvegia settentrionale, databili tra il 4.000 e il 500 a.C., e la parte vecchia della cittadina mineraria di Røros nella Norvegia centrale, una delle pochissime in Europa a essere interamente realizzata in legno».

Il paesaggio norvegese offre scorci di rara bellezza che non si possono trovare in nessun altro luogo. Se dovesse consigliare un percorso attraverso la Norvegia quali luoghi indicherebbe?
«Vorrei citare due viaggi in treno che forse non sono così noti ai turisti,ma che meritano di essere vissuti: il primo, di poco meno di due ore, è il tratto ferroviario della Raumabanen che collega, seguendo il corso del fiume Reuma e passando per ben 32 ponti, la località di Dombås, nel cuore della Norvegia, a quella di Åndalsnes sulla costa occidentale; il secondo, di circa un’ora, collega Bjørli a Åndalsnes. Sono due brevi,ma emozionanti viaggi che ti portano a diretto contatto con l’essenza della natura norvegese nell’incontaminata valle di Romsdal. Il paesaggio è straordinario e ricco di contrasti:montagne altissime e innevate, tra cui la Trollveggen (la parete dell’orco), la parete rocciosa più ripida d’Europa, vasti altopiani dove vivono folte mandrie di renne selvagge, verdissimi e rigogliosi fondi valle. Insomma, come dice il nome di uno dei giri turistici più popolari in questo Paese,“la Norvegia in un guscio di noce”. Bisogna solo ricordarsi che per motivi climatici la Raumabanen è aperta solo nella stagione estiva».

I percorsi turistici si sposano anche con i sapori enogastronomici del posto. Quali piatti e vini tipici ha scoperto?
«La tradizione culinaria norvegese deriva ovviamente dalle materie prime di cui il paese dispone, quindi pesce, carne, soprattutto di maiale e d’agnello,ma anche di renna e alce.
Uno dei piatti più caratteristici nelle regioni occidentali è la “pinnekjøtt”, carne d’agnello essicato, e a volte affumicato, cotta al vapore su bastoncini di betulla (i pinner, appunto). Altripiatti tipici della tradizione natalizia e reminiscenze di tradizioni antiche, anche se un po’“difficili” per il palato mediterraneo, sono il rakefisk, la trota fermentata; il lutefisk, il merluzzo ammollato nella soda e la smalahove e la testa di pecora o agnello salata e a volte affumicata. Tra i formaggi tipici vi sono il brunost e geitost, formaggio scuro di capra, diventato una specie di simbolo nazionale, e il gamalost, un formaggio fresco, con aggiunte di muffe e fermenti lattici, che risale all’era vichinga. Molto buoni, davvero, i frutti di bosco: fragole, lamponi,mirtilli rossi, verdi e gialli (i cosiddetti mirtilli artici). Bevande tipiche sono la birra, la più consumata e di cui esistono diverse varianti regionali, e l’acquavite, un liquore fermentato di patate e cereali, di cui una marca, la Linie Aquavit, è nota per attraversare l’equatore, in botti di quercia su navi norvegesi, in un viaggio di quattro-cinque mesi intorno al mondo che secondo gli esperti contribuisce a darle un gusto particolarmente pieno e corposo».

Quando è libero dagli impegni quali sono le zone di Oslo che frequenta con più interesse? Esiste uno scorcio della città al quale è più affezionato?
«Oltre alle splendide viste, d’obbligo, che si godono dalla collina di Holmenkollen a ovest e dalla collina di Ekeberg a est, uno degli scorci più suggestivi, nel cuore della città, è la vista della fortezza medievale di Akershus e del porto dai vecchi cantieri navali di Aker Brygge, ora convertiti in un centro pulsante di ristoranti, negozi e locali alla moda.
Suggestiva è anche la passeggiata lungo il fiume Aker nella vecchia zona industriale della capitale».

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