13 marzo 2012

‘L’UOMO CHE VERRÀ’: IL FILM DI GIORGIO DIRITTI ALL’IIC DI OSLO

OSLO\ aise\13 marzo 2012 - Nell’ambito della rassegna "Cinema Italiano 2012", l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, presenterà, il 15 marzo prossimo, il film "L’uomo che verrà" (2009), di Giorgio Diritti.

Nell’inverno del 1943 Martina ha 8 anni, non parla, e vive con la sua famiglia alle pendici del Monte Sole, nei pressi di Bologna. Il suo è un villaggio contadino, quasi allo stremo delle forze a causa di una guerra ai suoi occhi priva di senso. Aspetta, Martina, aspetta la nascita del nuovo fratellino e nel frattempo assiste alle sempre maggiori privazioni cui è sottoposta la sua gente. Finalmente, alla fine di settembre, arriva il giorno tanto atteso: il fratellino così desiderato viene alla luce. Una speranza, in una realtà cupa come la povertà e la paura in cui vive, alla quale si attaccherà con tutta la tenacia che può avere una bambina di otto anni quando suo malgrado si troverà nel bel mezzo di quello che passerà alla storia come uno dei momenti più tragici della Seconda Guerra Mondiale: l’eccidio di Marzabotto.

La strage di Marzabotto vista attraverso gli occhi di una bambina: è questa la coraggiosa scelta fatta da Giorgio Diritti per raccontare uno degli episodi più bui della nostra storia recente. Ed è proprio nei luoghi della strage che ha scelto di recarsi qualche giorno fa anche il neo Presidente tedesco del Parlamento Europeo, Martin Schulz, durante la sua prima visita istituzionale in Italia.

Come riportato da un articolo pubblicato il 25 febbraio sul quotidiano "La Repubblica", un commosso Martin Schulz ha tenuto un toccante discorso dinanzi alle autorità del Comune di Marzabotto e a due dei superstiti della strage, sottolineando l’importanza di tenere viva la memoria di quell’evento di "crudeltà inimmaginabile", oltre che lo straordinario percorso di crescita dei popoli d’Europa, che uniti dalla forza dell’Unione Europea hanno permesso anche ad un figlio di un ex soldato della Wehrmacht come lui, di poter essere accolto come un amico in un luogo così denso di ricordi terribili.

"Dopo tutto ciò che è successo, è un miracolo essere accolto come un amico. Per questo regalo, perché lo considero un regalo, vi sarò grato per tutta la vita". Queste parole sincere, ma anche orgogliose di ciò che negli anni l’Europa è diventata, sono il segnale come la speranza rappresentata dalla storia di Martina, in fondo, non fosse soltanto finzione cinematografica. (aise)